
Gabrielle Chanel, Coco, la dama de las camelias… por su carácter y determinación poco tendría que ver con la heroína de Dumas.
Ella ha sido sin duda uno de los hitos de la moda del siglo XX, además de una de las primeras mujeres empresarias de la historia.

De esta forma logró extender un velo de misterio sobre su pasado, que a día de hoy pocos biógrafos se atreven a aclarar. Pero a quién le importan sus mentiras, sus orígenes, sus paranoias y su carácter, si era capaz de trasformar un uniforme de huérfana en la prenda más elegante y moderna del mundo.

“ La historia de la literatura francesa debería incluir entre sus clásicos, el nombre de Coco Chanel(…). Elegante como Racine, jansenista como Pascal, filosofa como Rochefoucauld, sensible como Madame de Sévigné (…). Chanel aleja la moda del barbarismo y la enriquece con los valores del orden clásico: la razón, la naturalidad, la durabilidad, el gusto por gustar y no por trastornar”
Chanel se codeó con lo más granado de la cultura de su tiempo, desde Igor Stravinski, (con quien se dice, mantuvo un breve romance), al coreógrafo Diaghilev, Pablo Picasso, Bernard Shaw, Jean Cocteau, Josep Lluís Sert… estaban en su círculo de amistades.

Más tarde, Arthur “Boy” Capell, el único hombre que se supone realmente amó, la ayudó a ampliar su negocio y a abrir tiendas en las localidades que frecuentaban los ricos de su tiempo, Deauville, Normandía, Biarritz…


De hecho hay quien ve en ella una de las pioneras del feminismo, aunque Chanel nunca quiso implicarse directamente con este movimiento.


Si bien los años dorados de su carrera fueron los “locos años 20”, no tuvo excesivos problemas durante la segunda guerra mundial, como la mayor parte de los diseñadores cerró su negocio, pero gracias a su relación con un joven oficial alemán pudo permanecer en París. Esta historia le reporto el desprecio de muchos y una serie de humillaciones públicas que la hicieron exiliarse durante un tiempo en Suiza.



Actualmente la casa Chanel, pertenece al grupo LVMH y la dirección artística está a cargo de K. Lagerfeld.
De ella quedan en las hemerotecas muchas frases celebres, pero basta con ver cualquiera de sus fotos, como para comprobar, que ninguna de ella fue tan cierta como la que rezaba: “la belleza pasa, el estilo permanece”.
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Fu la donna che fece diventare la camelia un simbolo di eleganza e l' elemento identificativo del suo marchio.
Gabriel Chanel, Coco, la signora delle camelie... il suo carattere determinato, ha ben poco da vedere con l'eroina di Dumas.
Oltre a essere stata un Icona della moda del XX secolo, é stata senza dubbio ,una delle prime imprenditrici donna della storia.
Nasce il 19 Agosto del 1883, e cresce nel segno della povertà di un orfanotrofio e dell'amore mancato della sua famiglia. Un passato che cercò di nascondere in ogni modo con le bugie più stravaganti.
In questo modo, é riuscita ad stendere un velo di mistero sulla sua vita talmente fitto, che ancora oggi pochi dei suoi biografi hanno avuto il coraggio di svelare. Ma nonostante tutto, che importano le sue bugie, le paranoie o il carattere difficile, quando era capace di trasformare la divisa di una povera orfana nell'abito più elegante e moderno del mondo?
Da lei lo scrittore Roland Barthes scrisse:" La storia della letteratura francese dovrebbe contenere il nome di un nuovo autore classico, Coco Chanel. (...) Elegante come Racine, giansenista come Pascal, filosofa come La Rochefoucauld, sensibile come Madame de Sévigné (...). Chanel tiene la moda fuori dalla barbarie e la riempie di tutti i valori dell'ordine classico: la ragione, il naturale, la durata, il gusto di piacere, non di sconvolgere" .
Chanel frequentò alcuni dei nomi più illustri della cultura del suo tempo, da Igor Stravinski, (con il quale, alcuni assicurano ebbe un corto afaire), al coreografo Diaghilev, Pablo Picasso, Bernard Shaw, Jean Cocteau, Josep Lluis Sert... questi sono solo alcuni dei nomi dei suoi amici.
La sua vita sentimentale fu veramente agitata e piena di delusioni amorose. Nonostante tutto, imparò presto a trarre partito dagli uomini che frequentava; di fatto fu uno dei suoi amanti, Etienne Balsan , colui che finanziò il suo primo negozio di cappelli. Più tardi, Arthur "Boy" Capell, l'unico uomo che si crede amò veramente, la aiutò ad espandere il negozio e ad aprire altri locali nelle città di svago dei ricchi: Deauville, Normandia, Biarritz...
Il centro storico della "Maison" resta sempre la celebre rue de Cambon a Parigi, ed era proprio da lì che lei dettava le tendenze della moda con capi che ancora oggi sono indispensabili nel guardaroba di qualsiasi donna elegante. Trasformò la divisa del suo orfanotrofio nel famoso LBD (Little Black Dress), cioè l'abitino nero, semplice ma elegante adatto a qualsiasi occasione.
Lei ha dato alle donne un aspetto moderno e attuale, con i suoi pezzi mascolini e larghi che liberavano le femmine delle ristrettezze dei corpetti e le preparava per i cambiamenti del nuovo secolo. Di fatto, c'è chi ha voluto vedere in lei una delle pioniere del femminismo, tuttavia Chanel non ha mai voluto implicarsi direttamente in questo movimento.
La bigiotteria divento un lusso con lei, e il suo nome diede al profumo una importanza finora mai vista. La sua borsa 2.55, ( la tipica tracolla trapuntata con le catenine), continua a essere ancora oggi uno dei prodotti più copiati della "Maison Chanel", come il tailleur in tweed, una delle sue ultime creazioni, che segnò il suo ritorno alle passerelle ma con ben poco successo all'inizio. La scarpa bicolore che fa diventare otticamente i piedi più piccoli, fu un'altra delle sue creazioni più acclamate.
Diretta rivale di altre glorie della moda come Poiret, Vionnet, Lanvin, Schiaparelli... il suo carattere deciso é riuscito a eclissare gran parte di loro, che non sono stati capici di adattarsi ai nuovi tempi nel modo in cui lo fece lei. Sebbene gli anni dorati del suo successo furono "I pazzi anni 20", non ebbe particolari problemi durante la seconda guerra mondiale. Come il resto di stilisti si trovò a dover chiudere il negozio, ma grazie al suo rapporto amoroso con un giovane ufficiale tedesco restò a Parigi agiatamente. Questa storia pero, le procurò più tardi il disprezzo dei suoi compatrioti e una serie di umiliazioni pubbliche che la obbligarono ad un volontario esilio in Svizzera.
Nel 1954, Chanel decise di riaprire il suo atelier a Parigi, ma i critici furono crudeli con lei, inoltre, altri stilisti come Christian Dior padroneggiavano ormai le clienti che nel dopoguerra potevano permettersi di investire in moda. Nonostante tutto Gabriel Chanel, fu capace di andare avanti, lavorando più che mai. Magari cercando di scappare da quella solitudine che , a poco a poco, amareggiò il suo temperamento e fece di lei una donna ironica e quasi tiranna .
Lungo la sua vita professionale Chanel ha vestito le donne più conosciute dal "Star System", di fatto, nel 1931 riusci a firmare un contratto miliardario con Samuel Goldwin, socio fondatore della Metro-Goldwin-Mayer, per vestire attrici come Katherine Hepburn, Grace Kelly, Elisabeth Taylor o Gloria Swanson... e negli ultimi anni di carriera Jackie Kenedy Onassis, Maria Calllas o Romy Schneider si trovavano tra le sue clienti.
Morì il 10 gennaio 1971, ma la sua traccia resta viva tra molti stilisti che ancora oggi vedono in lei un riferimento dell'eleganza semplice e del buon gusto.
Attualmente la casa Chanel, appartiene al gruppo LVMH e la direzione artistica é a carico di K. Lagerfeld.
In vista al 2008-9, esistono diversi progetti per portare sul grande Schermo la vita di una donna che senza altro ebbe una vita da film.
Da lei restano nelle emeroteche tante frasi intelligenti e ormai celebri, ma basta solo dare una occhiata a qualche sua fotografia per capire che nessuna fu così vera come quella in cui si legge: "La bellezza passa, ma lo stile resta"