EL MAESTRO DEL MES.../ IL MAESTRO DEL MESE...

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"Las mujeres se visten igual en todo el mundo: se visten para molestar a otras mujeres..." (Elsa Schiaparelli)
"Le donne del mondo vogliono tutte lo stesso vestito: quello che dà fastidio alle altre..." - (Elsa Schiaparelli)

martes, 30 de septiembre de 2008

ARMANI, EL NOMBRE DE LA ELEGANCIA - Armani, il nome della eleganza

Honoré de Balzaç dijo una vez sobre la elegancia que esta era “la ciencia de no hacer nada igual que los demás, pareciendo que se hace todo de la misma manera que ellos…”.


Creo realmente que nadie ha hecho todavía una definición teórica de este concepto tan acertada. Es más, posiblemente Giorgio Armani haya tomado buena nota de esta frase antes de lanzarse a crear su firma.
Sus prendas son la ejemplificación misma de la idea de elegancia pretendida por Balzaç, porque nadie como él ha sabido crear prendas básicas, y sencillas pero diferentes a todo lo visto antes en el mercado.

Es precisamente por esto, por lo que se merece un puesto de honor en el cuadro de la moda italiana. Como ya apunté anteriormente es uno de los tres reyes magos de la etiqueta “made in Italy”,junto con Valentino y Versace . A día de hoy, Armani es sinónimo de elegancia y buen gusto, donde lo clásico es siempre moderno.

Giorgio Armani , nace el 11 de Julio de 1934 en Piacenza, ciudad que deja para irse a Milán a estudiar medicina. Pasa dos años intentando progresar en este propósito pero acaba colgando los estudios para trabajar como “buyer y escaparatista” de los grandes almacenes “La Rinascente”. Durante este periodo trabaja también como asistente fotográfico y en una agencia de representación de moda.
Su trabajo en la agencia de representación resulta fundamental, porque le ofrece la oportunidad de conocer de primera mano los productos de calidad importados desde India, Japón y Estados Unidos al universo más fashion de Milán.

En 1964, y sin ningún tipo de formación específica, diseña la colección de Nino Cerruti. Animado por su amigo y compañero de aventuras empresariales Sergio Galeotti, el diseñador deja Cerruti para trabajar como “freelance” de modo que pudiese proyectar su propia colección a la vez.
El 24 de Julio de 1975 nace la Giorgio Armani Spa. , y al año siguiente presenta su primera colección en la famosa “Sala Bianca” del Palazzo Pitti de Florencia. Sus chaquetas desestructuradas y las aplicaciones de piel en los artículos más casual fueron un éxito rotundo.

Prendas de todo tipo son reinterpretadas por él, comenzando por las chaquetas a las cuales libera de forros y entretelas para redimensionarlas desplazando los botones y modificando las proporciones tradicionales; hasta llegar a los vestidos de noche que “desmitifica” combinándolos con zapatos planos e incluso zapatillas de gimnasia.

Tiene una acentuada propensión a utilizar los materiales tradicionales en los contextos más insospechados. Sus cortes nítidos y limpios encuentran el complemento adecuado en una tabla de colores fríos que van desde el beige al gris, pasando por una interpretación libre conocida como “grege” o “grinch”, (una tonalidad que está entre el gris y el color arena). Y como no, el negro, el color de la elegancia por antonomasia, es otro de los colores fetiches de Giorgio Armani.

Sus colecciones son también una síntesis de la filosofía oriental que tanto admira y de la cultura clásica en la que ha crecido.
Sin lugar a dudas ha desarrollado un estilo inconfundible, refinado pero al mismo tiempo perfectamente adecuado al ritmo frenético de la vida moderna. Es quizás por esto, por lo que es la marca favorita de los hombres y mujeres de negocios.

En 1980, se convirtió en un icono a nivel mundial después de que Paul Schrader’s lo eligiese para vestir a Richard Gere en “American Gigolo”, pero además de esta mítica participación en el cine, Armani ha diseñado trajes para el teatro y la danza.

Todas las celebrities tienen en su armario alguna prenda suya, y muchas lo eligen también para destacar sobre las alfombras rojas de los eventos más mundanos.

Los premios que acreditan su trayectoria profesional son tantos que merecían un post aparte, de ellos destacamos la exposición retrospectiva que le dedicó el Museo Guggenheim en el año 2000 y el hecho de que cuenta con todos los honores que la República italiana puede otorgar a sus ciudadanos más ilustres: “commendatore”(1985), “grand’ ufficiale”(1986) y “gran cavalliere”(1987).

En una entrevista reciente, cuando le preguntaron cuales eran las bases de su estilo, Armani contestó: “ es una cuestión de elegancia, no sólo de estética. El estilo es tener el valor de elegir, y también el valor de decir que no. Es encontrar la novedad y la invención sin recurrir a la extravagancia. Es gusto y cultura”
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Honoré de Balzaç
disse una volta parlando della eleganza che "questa era la scienza di non fare niente uguale agli altri, ma facendo finta di fare tutto nello stesso modo che fanno loro..."

Credo veramente che ancora oggi non c'è stato nessuno a teorizzare su questo argomento in un modo così eloquente. Anzi, é più che probabile che Giorgio Armani prendesse buona nota di quest' aforisma prima di lanciare la sua firma, perché i suoi capi sono esempio tangibile di quella eleganza che tanti anni prima aveva definito Balzaç. Nessuno come Armani ha saputo creare abiti cosi semplici ma allo stesso tempo così diversi da tutto il resto.

É proprio per questo che Giorgio Armani viene considerato inseme a Valentino e Versace uno dei tre re Magi della moda "made in Italy", e si é guadagnato un posto d' onore dentro del Olimpo della moda italiana.
Armani é sinonimo di classicità, di eleganza e buon gusto, magari perché nessuno come lui sa modernizzare le cose più classiche.

É nato l'11 luglio 1934 a Piacenza, cita che lascia per tentare la strada universitaria a Milano. Passa due anni iscritto alla Facoltà di Medicina.
Lasciati gli studi, trova lavoro come "buyer" e "vetrinista" per i magazzini "
La Rinascente".
Lavora inoltre come assistente fotografo, prima di accettare un incarico in un ufficio di promozione di una agenzia di moda. Qui ha modo di conoscere, e anche di far conoscere, i prodotti di qualità che provenivano dall' India, dal Giappone o dagli Stati Uniti, introducendo in questo modo elementi tratti da culture straniere nell'"eruocentrico" universo del fashion milanese e dei consumatori italiani.

Nel 1964, senza avere una vera e propria formazione specifica, disegna la collezione uomo di Nino Cerruti. Incoraggiato dal suo amico e partner di avventure finanziarie Sergio Galeotti, lo stilista lascia la Cerruti per diventare un "designer" e consulente "freelance" cosa che li fa avere del tempo per incominciare a preparare la sua propria collezione.
Il 24 Luglio 1975 nasce la Giorgio Armani Spa, e viene lanciata una linea di "pret-a-porter" maschile e femminile. Un anno dopo presenta la sua prima collezione, nella prestigiosa "Sala Bianca" di Firenze. Fu tutto un successo per le sue rivoluzionarie giacche "destrutturate" e per il trattamento originale degli inserti di cuoio che appaiono nei vestiti dedicati alla linea casual.

I capi più classici sono reinterpretati da lui, iniziando dalle giacche, fino a quel momento rigide e ingessate, e che diventano leggere quando elimina i supporti interni (imbottiture e controfodere), sposta i bottoni e modifica le proporzioni tradizionali. Arriva anche a reinterpretare persino l' abito da sera a cui leva importanza accostandolo a scarpe con il tacco basso o addirittura a scarpe di ginnastica.

Lo stilista ha una spiccata propensione nell'usare i materiali tradizionali in contesti inaspettati e in combinazioni insolite. I tagli dei suoi capi sono nitidi e puliti fino al rigore che trovano l' appoggio adeguato nel uso d' una personalissima tavolozza di colori freddi che si muove tra il beige e il grigio, e dove trova l' adeguato protagonismo un colore tutto suo il "grege" o "grinch", (una tonalità a metà strada fra il grigio e il sabbia terroso, e che é quasi un segno d' identità del marchio). Naturalmente, il nero, colore assoluto della eleganza, rimane sempre dentro dei suoi colori.

Le sue collezioni sono una sintesi della filosofia orientale che tanto ammira e della cultura classica di cui proviene.

Armani ha sviluppato uno stile inconfondibile, raffinato ma nello stesso tempo perfettamente consono alla vita di tutti i giorni. Di fatto questo, ha fatto di lui lo stilista favorito delle donne e gli uomini d' affare.
Nel 1980, arriva il riconoscimento internazionale dopo che Paul Schrader's lo scelse per vestire a Richard Gere in "American Gigolo", oltre a questa partecipazione nel cinema, Armani ha anche creato costumi per il teatro, l' opera e il balletto.
Tutte le "celebrities" hanno un suo capo nel guardaroba, e sono poche quelle che non si hanno mai fatto consigliare da lui per "i tappeti rossi" degli eventi più mondani.

I premi e i riconoscimenti al suo lavoro, sono tanti, che avrei bisogno d' un altro post solo per elencarli. Fra tutti questi, meritano essere evidenziati la mostra retrospettiva del 2000 nel Museo Guggenheim, e anche il fatto che ha ottenuto tutti gli onori e i riconoscimenti che la Repubblica Italiana può dare: "commendatore" (1985),
"grand ufficiale" (1986) e "grand cavaliere" (1987).

In una recente intervista, interrogato su cosa fosse lo stile, Armani ha risposto: " É una questione di eleganza, non solo di estetica. Lo stile é avere coraggio delle proprie scelte, e anche il coraggio di dire di no. É trovare la novità e l' invenzione senza ricorrere alla stravaganza. É gusto e cultura".

lunes, 22 de septiembre de 2008

JUDITH EN EL PAÍS DE LAS MARAVILLAS. Judith nel paese delle meraviglie.

Hay un tipo de bolsos que aunque nos encantan a todas, sólo algunas valientes tienen el valor de llevar con el estilo justo para no caer en la ñoñería. Son bolsos como los de Lulú Guinness , Gilli, Braccialini, y gran parte de los que firma Moschino. Las formas rescatadas de un imaginario real infinito, son interpretadas por estos diseñadores capaces de trasformar el elemento más banal en un maravilloso tesoro.
Es como si en lugar de un lápiz, tuviesen el espejo de Alicia para convertir la realidad en una fantasía palpable, loca y absurda, pero fascinante.

Hoy os voy a presentar a la pionera absoluta de este tipo de bolsos, a Judith Leiber y a su fabuloso imaginario. En este caso, advierto que para llevar una de sus creaciones, a parte del estilo antes mencionado, hace falta tener como mínimo entre 1500 y 2000 $ en la cartera. Pero soñar es gratis y conocer el trabajo de esta mujer es imprescindible para cualquier persona que le gusten los bolsos.


Judith Peto, que es su nombre de soltera, nació en 1921 en Budapest, Hungría.
Se salvó del Holocausto escapando a Suiza, pero tras la II Guerra Mundial volvió a su país y comenzó a hacer bolsos, primero en su casa utilizando las cuerdas de las sillas viejas y luego continuó en la pequeña fábrica de un amigo. “Hitler me ha puesto en el mercado de los bolsos” dijo una vez, aludiendo al hecho de que tras la liberación, Hungría estaba llena de mujeres americanas en busca de graciosos accesorios. Judith, respondió a esta demanda con un concepto de bolso nuevo, el "bolso-joya".


Un concepto que exportó a América cuando en 1946 se traslado con su esposo el oficial y pintor Gerson Leiber.
Sus primeros años en América fueron difíciles y bastante frustrantes. Fueron años en los que su talento pasaba inadvertido en la empresa de bolsos barateros donde trabajaba como empleada. Pero un día la suerte cambió, y comenzó a trabajar para los atelier más importantes de NY, como Koret o Nettie Rosenstein.
En 1963 con la ayuda de su marido lanzó su propia firma donde podía dar vía libre a su imaginación.
Sus primeras creaciones están claramente influenciadas por el arte modernista y son el resultado de horas de estudio en museos y de un trabajo muy cuidado. Son caprichos de piedras semipreciosas, de pieles de colores vibrantes y de esmaltes que recuerdan el esplendor del imperio austro-húngaro.
El “must” de la casa es la “ Minaudière-Chatelaine”, creado casi por casualidad en 1967. Se trata de un pequeño bolso metálico de noche, que llegó de la fábrica italiana con un defecto. Para disimular la imperfección se cubrió con circonitas parte del bolso, este fue el inicio de una de las creaciones más características la firma y que incluso da nombre a una tipología concreta de bolso pequeño, “la Minaudière”. Inspirada en las carteritas rígidas Art Déco de Van Cleef & Arpels.

Estos primeros modelos “básicos” han declinado en formas de animales, flores, frutas, cajas, caramelos y otras extravagancias capaces de volver locas a las celebrities. Como curiosidad, os diré, que algunas de estas cajitas están decoradas con más de 7000 cristales de Swarovsky aplicados a mano.
A parte de este tipo de carteras, actualmente en la web, podéis encontrar otros complementos como gafas, joyas e incluso perfumes.

Pero el puesto de honor corresponde siempre a las minaudières, que rescatan la esencia de la frivolidad más chic. Este tipo de bolso triunfó en las noches de los años ’80, y hoy asistimos a un revival importante.
Es como si con estas pequeñas carteras tratásemos de escapar del agobio de los bolsos grandes dónde llevamos escondida parte de nuestra vida cotidiana. En estas carteritas cabe única y exclusivamente lo básico para una velada lejos del stress cotidiano.

Como la propia Leiber dice “una mujer debe llevar encima sólo una barra de labios, un pañuelo y un billete de 100$...”, y es que si la compañia es buena basta y sobra.
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Esiste un determinato tipo di borsette che piace un po a tutte le donne, ma che soltanto alcune poche hanno il coraggio di portare con lo stile giusto. Sono borse come quelle di Lulú Guines, Gilli , Braccialini, e la gran parte di quelle firmate Moschino.
Le forme presse dalla realtà infinita, sono interpretate da questi stilisti che sono capaci di trasformare l' elemento più banale in un tesoro meraviglioso.
É come se invece d' una matita avessero uno specchio come quello di Alice per fare diventare la realtà in una fantasia palpabile, pazza e assurda, ma pur sempre affascinante.

Oggi vi voglio presentare alla pioniera assoluta di questa modalità di borse, a Judith Leiber e il suo favoloso mondo. Vi avverto, per indossare una delle sue creazione oltre al stilo adeguato a cui facevamo riferimento prima, serve sganciare un minimo da 1500 a 2000€.
Ma sognare é gratuito e conoscere il lavoro di questa donna é imprescindibile per chiunque ami le borse.

Judith Peto, che é il suo nome da nubile, é nata a Budapest (Ungheria) nel 1921.
Si é salvata dal Olocausto scappando in Svizzera, ma dopo la liberazione torno al suo paese e incominciò a fare borse a casa sua con il bordino di corda delle vecchie sedie. Poi passo a fabbricarle nella piccola fabbrica d' un amico.
"Hitler mi ha messo nel business delle borse", disse una volta, alludendo al fatto che
l' Ungheria del dopoguerra era piena di donne americane in cerca di graziosi accessori.
Judith ripose alla richiesta con un nuovo concetto di borsa, "la borsa-gioiello".
Questo "concept" lo sporto ad America quando nel 1946 si trasferì con suo marito, il pittore e ufficiale Gerson Leiber. Furono duri, i suoi primi anni in America, anni in cui il suo talento veniva sprecato in una industria di borsette a poco prezzo. Ma un giorno la sua fortuna cambia, é il momento in cui comincia a disegnare per i più noti atelier newyorchesi, come Koret e Nettie Rosenstein.
Nel 1963 con l' aiuto del suo marito, messe su la firma dove dare via libera alla sua creatività.
Le Sue prime creazioni hanno una chiara influenza dall' arte modernista , e sono il risultato di ore e ore passate nei musei e d' un lavoro molto accurato. Sono capricci di pietre semi-preziose, pelli di colori vibranti, e di smalti che ci riportano allo splendore del Impero Austro-Ungaro.

Il "must" della casa é la "Minaudière-Chatelaine". Questa borsa é nata nel 1967 in un modo casuale. Il prototipo di una borsetta da sera in metallo con baso arrotondata a forma di borsellino medievale (una Chatelaine) tornò dall' Italia con un difetto nel rivestimento dorato; per nasconderlo la Leiber ne tempestò di zirconi la base. Questa borsa fu la nascita d' una tipologia concreta di borse di piccolo formato " la Minaudière". Ispirata alle solide borsette quadrate art déco di Van Cleef e Arpels.
Dai primi modelli "basici" ha sviluppato un immaginario di animali, fiori, frutte, scatoline, caramelle e altre stravaganze capaci di fare perdere la testa alle celebrities.
Come curiosità vi posso dire che in alcune di queste borsette venivano applicati a mano fino 7000 cristalli
Swarovsky.
Oltre a questo tipo di borse, attualmente sulla web de la griffe potete trovare altri accessori quali occhiali, gioielli e addirittura profumi.

Ma il posto d' onore é sempre riservato alle "Minaudières", che risvegliano la essenza della frivolezza più chic. Queste borse popolarono le scintillante notte degli anni '80, e oggi ci troviamo di fronte la suo "revival".
Sembra quasi che con questi piccole opere d' arte, cercassimo di scappare dalla praticità delle borse grande riempite di quotidianità, per scappare a un mondo spensierato dove c'è posto solo per le cose più basiche e con le quale tute ci possiamo sentire un po' cenerentola.
Ma come la propria Leiber disse una volta: "una donna deve avere con sé solo rossetto, fazzoletto e banconota da cento". Ma con la compagnia giusta....basta e avanza.

viernes, 12 de septiembre de 2008

VACACIONES EN ROMA BY TOD'S - Vacanze Romane by Tod's





Come Audrey Hepburn en “Vacaciones en Roma”, Gwyneth Paltrow se trasforma en una princesa moderna para la nueva campaña publicitaria de la firma Tod’s.
Esta nueva cenicienta no pierde un zapato de cristal, sino uno de los bolsos más emblemáticos de la firma, el PASHMY. Un bolso realizado en tejido tecnológico con un diseño versátil y moderno que se adapta a cualquier ocasión y que la firma propone en colores negro, oro, peltre.


El spot, tiene como telón de fondo la maravillosa ciudad de Roma y allí,
Gwyneth comparte protagonismo con Daniele Savoca, que interpreta a un
“honesto” paparazzo, y que hace de todo para devolver el bolso a la mediática princesa.
El final feliz está asegurado, y las primeras imágenes del rodaje nos hacen pensar que la firma no ha podido encontrar mejor embajadora para sus creaciones.

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Come Audrey Hepburn in "Vacanze Romane", Gwyneth Paltrow si trasforma in una moderna principessa per l' ultima campagna della Tod's.
Questa nuova cenerentola non perde più la scarpa ma una delle borse più emblematiche della griffe, la PASHMY. Una borsa realizzata in tessuto tecnologico, con un disegno alquanto versatile e moderno adatta a qualsiasi occasione, e che la firma propone nelle varianti nero,oro e peltro.
Lo spot ha come sfondo la meravigliosa città di Roma; il coprotagonitsta della Paltrow qui è Daniele Savoca, che si mette nei panni d' un "onesto" paparazzo disposto a rincorre la mediatica principessa fino a riconsegnargli la perduta borsa.
Il lieto fine é garantito, e le prime immagini di questo spot che ci sono arrivate ci fanno pensare che il marchio non avrebbe potuto trovare una testimonial migliore per le sue creazioni.